All’estremità occidentale della baia di Nervi (GE), dove sale l’attuale via Provana di Leyni, in epoca medievale si trovava la chiesetta del Santo Sepolcro, successivamente intitolata a San Paolo. I due nomi con cui ci è stata tramandata rimandano chiaramente alla storia del pellegrinaggio cristiano verso Gerusalemme e verso Roma, verso il Santo Sepolcro e verso la tomba dell’apostolo Paolo. Quest’ultimo, che fu uomo d’azione, viaggatore e comunicatore, venne anche considerato il primo pellegrino della cristianità. Pertanto non ci stupirà che accanto a questa piccola chiesa esistesse un hospitale, ovvero una casa ospizio gestita da religiosi. Il primo concilio ecumenico del mondo cristiano, tenutosi a Nicea nell’anno 325 d.C., aveva infatti incaricato i vescovi di alloggiare i bisognosi e di creare adeguate sedi di accoglienza. Le finalità e gli ordinamenti comuni facilmente collegarono gli edifici destinati all’ospitalità, creando una vera e propria rete.
Solitamente le pievi rurali nate sulle stazioni di sosta romane, quindi in particolari posizioni di transito lontano dalle città, possedevano degli ospizi e concorsero grandemente alla crescita di tali strutture. Nervi era una di queste pievi rurali e l’ospizio fu costruito sulla via pubblica che conduceva alla baia, una condizione indispensabile alla sua stessa funzione.
La Pieve di Nervi fu un importante riferimento religioso e civile. Il ruolo che assunse verso l’assistenza ai pellegrini fu determinato dal progressivo incremento della vita comunitaria e dalla necessità di fronteggiare il passaggio dei viandanti da e per Genova. L’hospitale offriva un pasto frugale ed un tetto, aggiungiamo che era in una posizione incantevole: percorrendo la via romana da ponente e da levante, si saliva al Capo, così era chiamato il piccolo promontorio, ed improvvisamente lo sguardo si apriva sulla baia di Nervi, con un panorama sbalorditivo che sicuramente invitava alla sosta.
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