domenica 9 settembre 2018

Sulla via dei pellegrini

All’estremità occidentale della baia di Nervi (GE), dove sale l’attuale via Provana di Leyni, in epoca medievale si trovava la chiesetta del Santo Sepolcro, successivamente intitolata a San Paolo. I due nomi con cui ci è stata tramandata rimandano chiaramente alla storia del pellegrinaggio cristiano verso Gerusalemme e verso Roma, verso il Santo Sepolcro e verso la tomba dell’apostolo Paolo. Quest’ultimo, che fu uomo d’azione, viaggatore e comunicatore, venne anche considerato il primo pellegrino della cristianità. Pertanto non ci stupirà che accanto a questa piccola chiesa esistesse un hospitale, ovvero una casa ospizio gestita da religiosi. Il primo concilio ecumenico del mondo cristiano, tenutosi a Nicea nell’anno 325 d.C., aveva infatti incaricato i vescovi di alloggiare i bisognosi e di creare adeguate sedi di accoglienza. Le finalità e gli ordinamenti comuni facilmente collegarono gli edifici destinati all’ospitalità, creando una vera e propria rete.
Solitamente le pievi rurali nate sulle stazioni di sosta romane, quindi in particolari posizioni di transito lontano dalle città, possedevano degli ospizi e concorsero grandemente alla crescita di tali strutture. Nervi era una di queste pievi rurali e l’ospizio fu costruito sulla via pubblica che conduceva alla baia, una condizione indispensabile alla sua stessa funzione.
La Pieve di Nervi fu un importante riferimento religioso e civile. Il ruolo che assunse verso l’assistenza ai pellegrini fu determinato dal progressivo incremento della vita comunitaria e dalla necessità di fronteggiare il passaggio dei viandanti da e per Genova. L’hospitale offriva un pasto frugale ed un tetto, aggiungiamo che era in una posizione incantevole: percorrendo la via romana da ponente e da levante, si saliva al Capo, così era chiamato il piccolo promontorio, ed improvvisamente lo sguardo si apriva sulla baia di Nervi, con un panorama sbalorditivo che sicuramente invitava alla sosta.
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