«Non esiste al momento un’ordinanza che imponga la chiusura dei rifugi
alpini, ma la divisione ossolana di Agrap, l’associazione Gestori Rifugi Alpini del Piemonte, vuole dare il buon esempio, e per questo tutti i rifugi aderenti che fanno la stagione invernale, hanno deciso di chiudere fino a contrordine». E’ questa la nota ufficiale dell’associazione di cui nel Vco fanno parte ventidue rifugi.
alpini, ma la divisione ossolana di Agrap, l’associazione Gestori Rifugi Alpini del Piemonte, vuole dare il buon esempio, e per questo tutti i rifugi aderenti che fanno la stagione invernale, hanno deciso di chiudere fino a contrordine». E’ questa la nota ufficiale dell’associazione di cui nel Vco fanno parte ventidue rifugi.
«Vuole essere un segnale forte, che sottolinea la necessità di responsabilizzare tutti i frequentatori della montagna, che per una volta è meglio che rimangano a casa fino a quando la situazione non sarà risolta. Alcuni gestori di rifugio non lasceranno la proprio struttura. Non hanno scelta perché è la loro casa e saranno comunque disponibili ad accogliere chiunque si presenti. In ogni caso l’appello è unanime. Sforziamoci di rimanere ciascuno nelle proprie abitazioni. Sforziamoci di resistere alla tentazione di andare in massa nei centri commerciali, o nei luoghi di villeggiatura. Ascoltiamo la voce degli esperti e diamo l’esempio».
Secondo l’associazione dei rifugi «con l’emergenza Covid-19 se dall’estero le disdette sono arrivate puntuali, pare che
gli italiani non abbiano proprio preso tutti sul serio la questione. Le scorse domeniche infatti, nonostante gli inviti a limitare gli spostamenti, si sono registrati grandi flussi verso le località di montagna, piste da sci con code agli impianti, e rifugi pieni».
Secondo l’associazione dei rifugi «con l’emergenza Covid-19 se dall’estero le disdette sono arrivate puntuali, pare che
gli italiani non abbiano proprio preso tutti sul serio la questione. Le scorse domeniche infatti, nonostante gli inviti a limitare gli spostamenti, si sono registrati grandi flussi verso le località di montagna, piste da sci con code agli impianti, e rifugi pieni».
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