domenica 3 aprile 2022

Nel Parco Capanne di Marcarolo si contano i cinghiali con 40 telecamere

Le Aree protette dell'Appennino Piemontese, con il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, puntano a stimare l’abbondanza e a densità della popolazione in riferimento alla Peste Suina Africana

Nel mese di marzo i ricercatori e il personale del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, con il supporto tecnico-scientifico e logistico dei guardiaparco, hanno posizionato nel territorio del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo le 40 foto-trappole previste dal progetto di ricerca sull’utilizzo del metodo REM (Random Encounter Model) per la stima dell’abbondanza e della densità della popolazione di cinghiali in un’area affetta da Peste Suina Africana (Psa). L’obiettivo, spiegano dalle Aree protette dell’Appennino Piemontese, “è quello di stimare la densità dei cinghiali su base mensile al fine di poter valutare l’andamento demografico nel tempo e, con un numero sufficiente di osservazioni, stimare anche per le diverse classi di età in modo da poter valutare anche la struttura della popolazione presente. Le foto trappole sono state posizionate sul territorio sulla base delle indicazione di massima di un software ad elaborazione cartografica QGis e della valutazione dei guardiaparco, affinché possano rappresentare tutte le tipologie di copertura del suolo dell’Area Protetta”. Gli ultimi dati del monitoraggio della Psa parlano di 80 carcasse positive, le ultime sei scoperte tra i territori di Alessandria e Genova.

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