Torino assicura che il provvedimento è già stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione e che sarà operativo da domani, 30 aprile.
Su proposta dell’assessore alla Sanità del Piemonte, stamattina la Giunta regionale ha approvato il provvedimento che rende nuovamente possibile svolgere alcune attività outdoor nelle zone interessate dalla peste suina (cd zona di restrizione II), in deroga alle prescrizioni previste dalle ordinanze europee e nazionali, e nel rispetto di rigorose misure di sicurezza.
Il vicepresidente della Giunta regionale e coordinatore delle attività di gestione dell’epidemia, e gli assessori alla Sanità, al Turismo e all’Agricoltura sottolineano come il provvedimento sia stato adottato in base all’evoluzione della situazione del contagio tra gli animali colpiti da questa patologia ed all’efficacia delle misure di contenimento adottate finora dalla Regione, in attesa che a livello centrale vengano erogati i ristori per le attività penalizzate.
Il provvedimento è il risultato di un lavoro responsabile e consapevole, svolto dalla Giunta regionale con i sindaci e con le tutte istituzioni territoriali e nazionali: ora è necessaria anche la collaborazione dei cittadini per proseguire su questo percorso.
Le principali attività che caratterizzano i comuni compresi nella zona di restrizione riguardano l’outdoor, la vendita di prodotti tipici, i negozi di noleggio e vendita di mountain bike, il turismo delle “seconde case”, le attività legate alla raccolta dei prodotti del sottobosco, quelle agrosilvopastorali e di silvocoltura: tutte attività che in questo periodo sono state limitate con danni notevoli alla micro-economia delle aree interessate.
Con la delibera della Regione nello specifico possono essere svolte in deroga, nel rispetto delle misure di biosicurezza previste dal Ministero della Salute, le attività di trekking, biking, competizioni di pesca sportiva, attività agrosilvocolturali, monitoraggio ambientale e faunistico ed attività di controllo della fauna selvatica.
La delibera prevede che la vigilanza sul corretto svolgimento delle attività sia esercitata dalla Polizia provinciale, comunale, dal personale di vigilanza delle aree protette, dai Carabinieri (unità forestali, ambientali ed agroalimentari) e dall’Asl competente per territorio.
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