Oggi vi presentiamo il Cammino dei Ribelli, un progetto di turismo lento che vuole portare alla luce una terra spopolata e bellissima attraverso un cammino sociale lungo 130 chilometri nella selvaggia Val Borbera, tra villaggi e boschi dell’Appennino ligure-piemontese.
Alessandria - Un sentiero percorribile tutto l’anno, lungo un grande anello che congiunge Arquata Scrivia con il monte Antola. Si chiama il Cammino dei Ribelli e l’ha creato Giacomo D’Alessandro, genovese con un forte legame con la val Borbera.
Camminatore e comunicatore, negli anni ha curato diversi libri e reportage di viaggio da diverse zone del mondo, ma nel 2019, dopo un lavoro di quasi tre anni, ha voluto focalizzarsi sul territorio delle sue radici, dando vita a un cammino sociale sull’appennino tra Liguria e Piemonte.
Giacomo, com’è nata l’idea?
Conosco la Val Borbera da quando ero bambino: i nonni di mia mamma erano originari della zona che, soprattutto all’epoca, era molto intrecciata alla cultura ligure. Proprio loro hanno costruito un casolare a Persi, in bassa valle, per tutti i figli; qui ho trascorso tante estati. “Il Cammino dei Ribelli” è stata la mia tesi di laurea magistrale, dedicata proprio ai cammini sociali, che da carta è diventata realtà nella primavera 2019. A budget zero, ho realizzato il sito e tracciato le tappe, poi mi sono detto: “Intanto comincio a percorrerlo io, poi vediamo se arrivano altri camminatori, dalla valle e da fuori”. È proprio lì che il cammino diventa esistente.
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