Benefico per il fisico e per la mente, ci porta nella natura, allena i muscoli, regala buon umore e aumenta l'autostima
In senso stretto l’orienteering è una disciplina sportiva vera e propria, con tanto di Federazione e gare; nata all'inizio del XX secolo nei paesi del Nord Europa, premia chi riesce a esplorare con sicurezza un territorio sconosciuto, orientandosi nel minor tempo possibile fino a raggiungere un obiettivo stabilito. È un modo piacevole e salutare per trascorrere del tempo all’aria aperta, nel rispetto del distanziamento sociale, scoprendo nuovi orizzonti, combattendo nello stesso tempo lo stress e migliorando l’autostima. Naturalmente, prima di avventurarsi in boschi e terreni sconosciuti armati solo di carta e bussola, occorre un po’ di preparazione e di esperienza, da acquisire in sicurezza sotto la guida di istruttori qualificati, per evitare di trovarsi in situazioni pericolose.
Adatto a tutti – L’orienteering è una disciplina un po’ particolare perché, oltre a richiedere un certo impegno motorio (si cammina nei boschi, su terreni accidentati e a volte anche affrontando dislivelli di percorso, impegna la mente e implica un buon spirito di osservazione. È però adatto a tutti, almeno a livello amatoriale: è proposto spesso ai ragazzini in età scolare perché, oltre all’esperienza del contatto con la natura, è un’attività multidisciplinare che favorisce lo spirito di gruppo e l’attitudine a lavorare in squadra. Scegliendo i percorsi giusti è perfetto anche per i nonni e, con le opportune precauzioni, persino a chi ha una disabilità.
Come si fa – Si può praticare in diversi modi: a piedi, oppure in mountain bike, sugli sci, correndo. Basta qualche mezza giornata di corso teorico-pratico per acquisire le conoscenze di base e trasformarsi in un buon orientista esordiente
Continua qui
Nessun commento:
Posta un commento