La montagna del futuro, quella che ogni appassionato spera di trovare di fronte ai propri occhi nel più breve tempo possibile, è una montagna in cui l’uomo sia in grado in convivere con la natura senza apportare eccessivo impatto sul paesaggio, senza alterare in maniera estrema la bellezza che l’alta quota sa regalarci. Un obiettivo che negli ultimi anni ha portato allo sviluppo di progetti di “restauro” degli ambienti montani, con rimozione di strutture obsolete, come in Marmolada. Ma gli esempi contrari, di interventi impattanti e degradanti, non mancano. E ogni qualvolta scempi in quota vengano alla luce, tra gli amanti della montagna scatta la polemica, che vede nei social il mezzo più potente per far sì che la propria tenue voce raggiunga responsabili e mondo politico. Il caso più recente è rappresentato dalla comparsa sulla storica ferrata Bepi Zac, sul Passo San Pellegrino, in Dolomiti, di grandi blocchi di cemento, posizionati lungo il percorso nell’ambito dei lavori di manutenzione e messa in sicurezza iniziati lo scorso luglio. Nobile e comprensibile la ragione del loro posizionamento: consolidare alcuni torrioni di roccia. Decisamente opinabile l’estetica dell’intervento. Inevitabili le polemiche.
Continua qui
Nessun commento:
Posta un commento